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Intervista ad Andrea Antonioli, presidente di Afi-Treviso

Andrea, com’è andata questa Conferenza Nazionale della Famiglia di Milano?

Bene. Questi tre giorni sono stati una scuola di Politica, con la P maiuscola, quella del bene comune.

Ho notato che c’è una società civile viva, interessata, che lavora, che fa solidarietà, che lavora anche in rete, che si esprime con vivacità, mentre la politica non segue il bene comune, si interessa di tutt’altro e non a caso più che di politica si può a mala pena parlare di partitica.

 Ma non c’è stato nessun punto di contatto fra società e politica?


A parte la buona volontà del Sottosegretario Giovanardi, che ha avuto un bel coraggio ad organizzare questa Conferenza, per il resto non ho colto la politica interessata alla questione familiare. I pochi parlamentari che hanno preso la parola non hanno fatto capire la centralità della famiglia nei loro discorsi. Nemmeno la tavola rotonda delle parti sociali, sindacati, INPS, imprenditori ha centrato il tema della famiglia. E infatti Francesco Belletti ha avuto il coraggio di dire loro, al termine del dibattito, che non ha colto la presenza della famiglia nei loro interventi, erano tutti incentrati sull’individuo.

Di tutt’altro tono la tavola rotonda dei sindaci; quelli sì si sono dimostrati vicini alla gente con i loro sforzi di amministrare per e con la famiglia.

A proposito di Belletti, come si è comportato il Forum delle Associazioni Familiari?

Ha fatto una bella parte. Il presidente Francesco Belletti ha fatto ottimi interventi ed ha anche ben organizzato quelli “delle sue truppe” nei sottogruppi del martedì, ma il problema è che il Forum, pur rappresentando 3.900.000 famiglie, è debole sotto il profilo della rappresentanza, non ha voce, i giornali non ne parlano.

Ma nei giorni precedenti la conferenza il Forum era su tutte le prime pagine...

Certo, ma solo perché c’era una polemica con il Premier e ben ha fatto Belletti a porre la questione di opportunità della sua partecipazione alla conferenza dopo l’ennesimo scandalo sessuale.

Ma l’evidenza che il Forum è debole è che se una cosa della portata di questi tre giorni fosse stata elaborata dal sindacato, nel giro di 15 giorni sarebbe arrivata su tutti i posti di lavoro, invece il Forum non ha questa capacità e questa capillarità. A ben vedere, poche associazioni erano presenti alla conferenza a dar man forte al Forum nelle sue proposte. Sulla carta rappresentiamo quasi 4 milioni di famiglie, ma nella realtà c’è una grande difficoltà ad arrivare alle famiglie.

Bisogna pensare a qualcosa, qualche azione eclatante. Conquistare una significatività da spendere nella prossima campagna elettorale. Il Forum ha titolarità per parlare, ma non ha gli strumenti e gli manca la rappresentanza.

Dunque il ruolo del Forum attira nuvoloni sul tuo giudizio ai lavori della conferenza. Ma non avevi detto che eri soddisfatto?

Sono contento di aver partecipato ad una Scuola di politica, perché si è visto il bene comune. Gente che proveniva da realtà diverse, da culture diverse, anche da ideologie politiche diverse, che ha trovato un punto di convergenza sulla famiglia. Ho colto grande ricchezza, elaborazione, interesse, proposte, idee nelle relazioni di sintesi del lavoro dei sottogruppi. Una cosa molto bella e viva.

Si è prodotto un programma di Governo. Questo o i prossimi Governi non dovranno scervellarsi tanto per adottare misure per la famiglia; è già tutto scritto negli esiti della conferenza.

 
Però?

Però ho notato uno spartiacque fra la società e la politica, così distaccata e concentrata sulle sue cose.

Anche Sacconi, ha fatto il suo intervento in apertura di conferenza, esprimendo probabilmente idee personali ed ha strappato l’attenzione dei media con qualche affermazione spigolosa, ma non è intervenuto nel sottogruppo dedicato al lavoro per discutere di lavoro e famiglia. E’ lì che doveva venire! E se non lo ha fatto, è perché non gli interessa quel ragionamento, oppure trova rischioso lasciarsi coinvolgere in qualcosa che inevitabilmente scontenta i sindacati.

Perché cambi la politica, perché cambi il sindacato ci vuole un rinnovamento, un ricambio generazionale.

Dunque contento, ma non soddisfatto?

Contento di aver partecipato, quello sì, ma la vera soddisfazione sarà legata agli esiti della conferenza, e quelli sono ancora incerti.

 
Daniele Udali
Vice presidente Afi – Confederazione Italiana

26/11/2010 Responsive image

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