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Convivere con i sensi di colpa

 

Genitori alle prese con l'arte circense dell'equilibrismo.

 

In un mondo ideale l'essere genitore è considerato l'aspetto più importante della vita adulta, e' il ritmo lavorativo ad adattarsi a quello della famiglia, sono i servizi pensati per la famiglia a tenere conto dei tempi dei figli: il mondo ideale guarda al futuro e investe sui figli cresciuti bene da mamme e papà consapevoli che li accompagnano alla maggiore età come cittadini responsabili.

Ma il mondo ideale non c'è. In questo strano mondo, che non alza mai gli occhi al futuro se non per prevedere catastrofi, mamme e papà consapevoli - che sentono il compito di far crescere i cittadini di domani - imparano l'arte circense dell'equilibrismo, quello pratico, di far quadrare i tempi e gli impegni della famiglia con il proprio lavoro, e quello più difficile, umano, di sopravvivere ai propri sensi di colpa.

Ho scelto di lavorare nonostante i 3 figli, e non importa quanto brava mi sono sentita nella capacità di gestire attività, trasporti, emergenze che ogni mattina mi si sono presentate, bastava un "ma le altre mamme vengono alla recita!" per farmi sentire la più incapace e inutile delle mamme. Ogni piccola lacrima di delusione che leggevo negli occhi dei miei figli mi faceva annegare nei sensi di colpa! Come sopravvivere? Compensando come fanno molti con regali e vizietti vari che i bambini imparano presto a pretendere per poi diventare ingestibili? No, io ho scelto di nasconderlo il senso di colpa, di far vedere loro che è normale che mamma e papà lavorino; io ingoio il rospo, ma mentre crescono racconto anche di quel mondo ideale costruito attorno ai figli, dico loro di impegnarsi, diventare persone importanti e cambiare le leggi!!

Sopravvivere ai sensi di colpa senza far danno ai figli non dovrebbe essere un'abilità richiesta in una società evoluta come la nostra, eppure ce la dobbiamo fare perché questi sono il futuro di tutti noi, e magari loro sapranno cambiare quello che a noi non è riuscito!

Piccola nota di speranza a margine: qualche giorno fa si è laureato il più grande dei miei figli, il papà non c'era, all'estero per lavoro, io sono riuscita a prendere un giorno, del resto mi ero già persa il primo giorno di scuola non potevo mancare l'ultimo! Ma quello che più mi ha colpito è come ha scelto il lavoro tra le varie opportunità: lo stesso del papà ..."ma non hai visto quante rinunce, quanti momenti importanti in cui era lontano, ma come ti viene in mente?". "Non capisco perché ti stupisci, io papà l'ho sempre visto sereno e felice del lavoro, è stato in grado di farci crescere e studiare, anche da lontano sempre presente fino a essere invadente, che problema c'è?" Che problema c'è? Una vita di sensi di colpa inutili? È un po' tardi per capirlo per me! Ma voi più giovani che avete ancora figli piccoli, liberatevene subito, i figli quando crescono si dimenticano di chi c'era alla recita di Natale, ma si portano come bagaglio nella vita la gioia che siamo riusciti a portare in famiglia!

N.B. Il lieto fine non ci deve distogliere dall'obiettivo di creare condizioni migliori di conciliazione famiglia lavoro! I salti mortali quotidiani li lascerei volentieri ai circensi!

 

Tamara Morsucci - Afi Verona

 

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