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Costo dei figli e denatalità: nella ricerca di Federconsumatori il legame è evidente.

A fine agosto un mio intervento sul costo dei figli ospitato dal settimanale diocesano 'Verona Fedele', che ringrazio per l'ospitalità.

Una soluzione c'è e si chiama Fattore Famiglia.

 

Non è certamente l'unica causa del grave fenomeno della denatalità in Italia, ma il costo di mantenimento resta certamente uno degli inibitori più forti affinché le coppie possano generare il numero di figli desiderati. Ne risolleva la questione il secondo rapporto dell'ONF - Osservatorio Nazionale Federconsumatori che calcola quanto costa crescere un figlio/a da 0 a 18 anni.

Lo studio ha preso come riferimento le spese attribuibili ad un figlio di 16 anni appartenente ad una famiglia di tipo bi-genitoriale che abita in una grande realtà urbana del centro/nord, in una casa di circa 90 mq con mutuo/affitto da pagare e con un reddito annuo di 34.000 euro. Un valore "medio" di reddito che non deve far dimenticare che, secondo l'Istat, una famiglia su due in Italia percepisce meno di 24.300 euro/anno.

Il dato è importante perché nella ricerca il costo del figlio varia da 7.100 euro/anno (delle famiglie con reddito basso, fino a 22.600 euro/anno) a 16.500 euro/anno (per le famiglie con reddito alto, oltre 70.000 euro/anno). Per la famiglia campione, di reddito medio, il costo del figlio si attesta a 11.370 euro l'anno, per un totale, da 0 a 18 anni, di quasi 205.000 euro.

Questa diversità del costo del figlio in base al reddito familiare disponibile è molto interessante perché indica che a maggior disponibilità corrispondono maggiori spese, non solo per i bisogni di base (casa, alimenti, vestiario, igiene, istruzione...), ma soprattutto in termini di opportunità offerte ai figli per le cosiddette attività integrative (sport, musica, danza, vacanze, formazione...).

Anche il prof. Federico Perali, del Dipartimento di Scienze Economiche della Università di Verona, è giunto da tempo alla conclusione che il costo di mantenimento (bisogni di base) si attesta a circa 7.000 euro/anno e va distinto dal costo di accrescimento (o allevamento: beni non indispensabili, oltre che il "tempo dedicato"), essendo il secondo piuttosto variabile in funzione delle scelte di vita della famiglia e del reddito disponibile.

Da qualche anno il costo di mantenimento è stato preso come parametro di riferimento anche dalla nostra associazione e dal Forum delle Associazioni familiari per il Fattore Famiglia, una proposta di riforma fiscale che ha come obiettivo il riconoscimento che tale costo deve essere interamente dedotto dal reddito imponibile. Detto in altri termini, sui soldi spesi per mantenere un figlio non si devono pagare le tasse, così come già accade da anni in Germania e in Francia, in rispetto del dettato costituzionale che nel prelievo fiscale si rifà alla "capacità contributiva" del cittadino.

Oggi infatti, con le detrazioni per i figli a carico, le famiglie ricevono sgravi calcolati su circa 3.000 euro/anno. Sui restanti 4.000 spesi per mantenere un figlio, non avendo sgravi, ci pagano anche le tasse!

Il meccanismo applicativo del Fattore Famiglia è molto semplice e utilizza uno strumento già presente nel nostro sistema fiscale, la "no tax area", prevedendone l'innalzamento di una quota base (gradualmente fino ad esempio a 7.000 euro/anno) per ognuno dei figli e degli altri soggetti fiscalmente a carico del percettore di reddito. In questo modo le porzioni di reddito impegnate a mantenere i soggetti a carico vengono tolte dal calcolo delle tasse, rimanendo invariata l'applicazione delle aliquote progressive sulle restanti componenti di reddito.

Occuparsi di natalità in Italia non è un vezzo snobistico o una faccenda di Chiesa: è una necessità per una società che ha un sistema di welfare (vedi sanità, pensioni, istruzione...) basato sulla contribuzione della componente più giovane, impegnata nel lavoro. Se rimarremo "addormentati" sulle nostre posizioni diventeremo in pochi anni quella società di vecchi a cui nessuno riuscirà più a pagare le pensioni e le cure mediche. I demografi l'hanno dichiarato da tempo!

 

Daniele Udali

Presidente Afi - Associazione delle famiglie - Confederazione italiana

 

 

 

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