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Elezioni 2008: le promesse e la verità

Speciale elezioni 2008

 

Le promesse e la verità

 

Tempo di elezioni e tempo di promesse. Oramai ci risiamo. I proclami elettorali ci avvolgono, ci circondano, ci stordiscono, ci illudono. Ma è ancora così? Notiamo sempre più la disillusione e la rassegnazione. La casta, l'antipolitica, la voglia di non andare a votare o di esprimere un voto di protesta. Temi ricorrenti al lavoro, con gli amici, col tassista, dal barbiere. Assenti nel dibattito politico su TV e giornali, men che meno presenti nelle parole dei vari candidati, quasi ad esorcizzare una sfiducia generale che li vede come primi responsabili. Ed allora via con le promesse. Sembra il gioco delle cucuzze, della sfida a chi le spara più grosse. E la famiglia?

Come sempre se ne parla molto, in campagna elettorale, per poi limitarsi ad interventi minimali e, spesso, di facciata, una volta conquistato lo scranno più alto. La cultura della famiglia, almeno a livello generale sembra aumentata. L'azione continua ed incessante dell'associazionismo familiare ha comunque influito sul mondo politico. Mi ricordo il libro bianco dell'allora ministro Maroni con buoni contenuti e visione della famiglia come risorsa per la società. Idem il discorso del ministro Rosy Bindi all'apertura del Convegno sulla famiglia di Firenze: "Cresce la famiglia cresce l'Italia".

La famiglia non più vista come problema, ma come risorsa. Il riconoscimento della soggettività della famiglia attraverso le sue forme organizzative e rappresentative, le associazioni, è cosa assodata (o quasi). Ma allora cosa manca? Se tiriamo le somme ci accorgiamo che né il precedente Governo Berlusconi, nè il Governo Prodi hanno dato le risposte che ci si attendeva. Nessuno si aspettava miracoli, ben inteso, ma sicuramente molto di più che qualche bonus bebè (Berlusconi), finanziamenti per gli asili nido (Bindi) ed interventi al contorno di assistenzialismo minimale e limitato a poche famiglie. Ci si attendeva coraggio nelle scelte ed interventi che ci avvicinassero alle altre nazioni europee più progredite. Fisco, casa, tariffe, lavoro, giovani coppie, scuola: si è fatto poco o nulla, prima e dopo.

E qui ce n'è per tutti. Tutti i partiti hanno governato e nessuno è stato all?altezza. Questa è la verità.

I motivi possono essere i più vari. Si può capire il perché, ma non giustificare. Ora andiamo a votare, e votiamo, ma poi pretendiamo. Non plaudiamo da una parte e fischiamo dall'altra, facendo il gioco delle parti e permettendo così che il sistema attuale continui, ma plaudiamo o fischiamo tutti insieme. La famiglia non è di un partito piuttosto che di un altro. Se non cominciamo a superare gli steccati ideologici e le barriere precostituite di partito non ne verremo mai fuori. Chiunque governi si riceva la giusta critica sia da chi l'ha votato, sia dall'opposizione. Le famiglie votano a destra e a sinistra. Non esiste un a lobby che influenzi il voto e se questo può dispiacere un po', è tutto sommato espressione della democrazia: la libertà di pensiero prima degli interessi di parte. Chiediamo però un modo nuovo di fare democrazia: anche chi ha vinto pretenda dai propri eletti il rispetto delle promesse.     

 

Roberto Bolzonaro

 

Monselice, 5 aprile 2008

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