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Scegliere di essere coppia

E' la chiave per costruire una società fatta di uomini e donne rispettosi e consapevoli.

di Lucia Sorano - presidente Afi Avola

 

Oggi mi si chiede di rispondere a questa domanda: Per quale motivo dovrei aderire all'Afi, ad una associazione di famiglie?

Mi riservo di rispondere dopo avere fatto una riflessione sull'oggi.

Immaginiamo di sederci ad una poltroncina di teatro ed assistere ad uno spettacolo. Sullo sfondo del palcoscenico scorgo scene di guerra. Non le guerre lontane che oggi si combattono in continenti lontani, dove esistono ancora fazioni tribali che si contendono il potere, come accadeva in Italia nel medioevo o più tardi in Europa quando si sono formati gli stati nazionali. Ma scene di guerre che si combattono vicino ai nostri confini e per le quali ci siamo già schierati da una parte piuttosto che dall'altra. Se stacchiamo gli occhi dallo sfondo e posiamo lo sguardo sul palcoscenico individuiamo gesti di violenza, soprusi, grida di disperazione.

La cronaca annuncia quotidianamente femminicidi, stragi familiari che spesso hanno come epilogo dei suicidi degli stessi carnefici. I giovani ed anche i minorenni si rendono artefici di atti di bullismo e vandalismo per eludere la noia che procura loro il vuoto interiore. La scuola sta vivendo l'emergenza del crollo dell'autorità e dell'autorevolezza.

Per fortuna che, se distogliamo lo sguardo da questo scenario, possiamo riprendere coscienza che si tratta di quello che il palco ci propone, ma purtroppo sappiamo anche che la realtà ha molto di positivo che non fa notizia.

Tornando allo "spettacolo" ci si sente ripetere che essendo le mura domestiche il luogo dove questo accade, la responsabile di tutto ciò è la famiglia, in particolare quella tradizionale, retrograda e oppressiva.

Tuttavia, se andiamo a seguire le indagini su questi episodi efferati, scopriamo che lì la famiglia non esiste. Vi sono individui che hanno deciso di accoppiarsi, ma non di fare coppia. Si sono trovati insieme per attrazione e passione, a volte anche perversa, ma non hanno scelto di essere coppia, cioè all'innamoramento e alla passione non è seguita la decisione consapevole e responsabile di appartenersi nel rispetto reciproco. Non si è tenuto conto che ognuno dei due ha un suo vissuto alle spalle, delle proprie idee, delle abitudini che non si può pretendere di cancellare nell'altro. E che in ultima sostanza ogni persona è rivestita di una propria dignità che va accolta e rispettata e che la libertà di ognuno finisce quando si lede quella dell'altro. Tante volte, vi sono storie iniziate per lasciarsi alle spalle un precedente fallimento; si è pensato di riparare, provando altre esperienze, ma prive ancora dei requisiti di cui sopra. Altre volte ancora si è pensato che la nascita di un figlio, e forse anche di un secondo, potessero stringere ulteriormente un legame, ma è stato peggio. In questo caso, ripeto, tra quelle mura domestiche non c'è stata mai famiglia. Quelle sfortunate persone, non sono state mai neanche genitori, figure di riferimento affettivo e normativo, perché oggi domina l'imperativo ripetuto come un mantra dalla pubblicità: "cerca la tua felicità".

Ma la felicita non si sperimenta mai da soli. Quei momenti che sembrano felicità sono solo sensazioni effimere. La felicità è nella condivisione.

La mancanza di genitori ha portato quelle nefaste conseguenze che si leggono nei comportamenti di tanti giovani di oggi, dai minorenni ai quarantenni, fragili e immaturi. Giovani che non hanno gustato la presenza di un padre o di una madre, ma di adulti che rincorrevano una loro giovinezza mentre il tempo avrebbe dovuto trasformarli invece in figure di riferimento, di protezione e di guida. Sono mancati all'appello padri e madri, di qualsiasi ceto e condizione economica, che invece di mettere radici e pensare a crescere i futuri cittadini, hanno inseguito nuove avventure e nuove emozioni che li facessero sentire eternamente giovani. Ecco perché oggi abbiamo ragazzi che non hanno avuto genitori. Anche qui è mancata una famiglia? Perché incolpare una istituzione assente? Chiudendo il sipario su una realtà oggi molto diffusa, gonfiata anche dai media, mi sento di rispondere alla domanda iniziale.

L'Afi concepisce la famiglia come prima e fondamentale cellula della società; la missione dell'Afi è la promozione della famiglia a tutti i livelli e in tutti gli ambiti della società: culturale, sociale, politico (in senso trasversale), legalitario, ambientalista, formativo, ludico...

Stare nell'Afi ci permettere di compiere collettivamente questa missione.

 

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