afi

Intervista a Maurizio Bernardi, sindaco di Castelnuovo del Garda, Past President Afi.

Maurizio, com’è andata questa Conferenza Nazionale della Famiglia di Milano?

Dopo aver partecipato al convegno del 1999 di Bologna organizzato dall’on. Turco e alla Conferenza Nazionale del 2007 di Firenze dell’on. Bindi, posso dire che si vede un incremento di qualità complessiva e quantitativa.

Restano comunque delle zone d’ombra perché nelle Università al di fuori della cerchia dei collegamenti del prof. Donati e nelle associazioni al di fuori del Forum della Associazioni familiari siamo ancora ad un livello basso di pensiero e di contenuto. Però dobbiamo essere fiduciosi perché c’è un certo miglioramento: si sentono perfino esponenti dei Sindacati, della Confindustria, del Sole 24 Ore iniziare ad usare un linguaggio vicino al nostro. Anche qualche politico sta entrando almeno nella terminologia.

Resta tuttavia un problema di fondo: è ancora radicata la questione ideologica, che non è esclusiva della sinistra. E’ presente un po’ in tutti, in maniera anche diversificata, ma soprattutto nel mondo dei media che fanno fatica a cogliere la sostanza ed ogni volta ti chiedono di quale famiglia parli, perché fare differenze, perché escludere qualcuno e non capiscono invece che si deve investire sulla famiglia e che non si vuole discriminare nessuno dal punto di vista dei servizi, dei bisogni e dell’assistenza.

E com’è andata la tavola rotonda con i Sindaci?

Sostanzialmente bene, perché si vede che ci sono amministratori che hanno voglia di fare del bene, che hanno portato progetti, proposte, esperienze, ma purtroppo c’è ancora chi non vuol capire. Ad esempio, il sindaco di Bari (che non ha portato assolutamente nulla), sostenuto dalla sua claque ha detto “dobbiamo stare attenti perché non dobbiamo solo aiutare la famiglia che intendete voi, perché se Giuseppe, amico di Roberto, si rompe un femore…. è sempre un femore rotto”. Ma cosa c’entra? Nessuno nega i diritti di assistenza del singolo, ma non confondiamoli con le priorità di intervento, la promozione, gli investimenti!!

Non posso essere criticato da lui perché mostro quanto è bella la famiglia, valorizzando gli anniversari di matrimonio, le nascite, i matrimoni, metto in piedi mutui agevolati per chi si sposa…. Non ha capito che io lo faccio perché sono di fronte ad una coppia che firma un atto pubblico di matrimonio, dove sono citati gli articoli del Codice Civile che dicono quali sono i loro doveri. Questi è molto rilevante per me come amministratore ed è un valore aggiunto quando una famiglia funziona!

Potranno avere una ricaduta pratica i lavori della conferenza?


Dal punto di vista culturale abbiamo fatto un passo avanti, almeno nei confronti di una parte politica. Ho ricevuto i complimenti di Alemanno, che ha avuto il coraggio di dire “voglio agevolare chi fa famiglia”.

Dal punto di vista pratico, ho qualche dubbio. Belletti ha insistito, giustamente, molto sui tempi dei prossimi passi.

Cosa ti ha fatto più piacere?

Certamente ricevere i complimenti di quelli che sono stati i miei maestri: Donati, Blangiardo, la Rossi. Ti assicuro che mi ha toccato particolarmente.

Possiamo dire che adesso sei tu il maestro?

Non esageriamo. Però se qualcuno vuole discutere qualche idea pratica su come fare politiche familiari locali, io sono a disposizione.

Hai un rammarico? Qualcosa che non ti è piaciuto?


Che, come accade in tutti i convegni, quelli che dovrebbero essere più interessati non partecipano mai per il tempo necessario a capire il contenuto e la valenza di quello che si fa, ma vengono, parlano e poi scappano via. Questo è antipaticissimo.

Ad esempio nel gruppo di lavoro a cui ho partecipato è intervenuto un delegato di Confindustria, ma si capiva che non aveva mai sentito parlare di politiche familiari; ha fatto un intervento valido, ma mal posto nel contesto; se avesse partecipato a tutti i lavori della conferenza avrebbe saputo declinare molto meglio anche il suo intervento e renderlo maggiormente efficace. E’ un vero peccato.

Quali conclusioni possiamo trarre?

Le stesse che ho posto a chiusura del mio intervento alla tavola rotonda dei Sindaci. Serve una alleanza di tutti a favore della famiglia, che vuol dire a favore della società, non di particolarismi. Perché se si investe sulla famiglia si fa il bene di tutta la società.

Nel mio intervento ho citato tutti i protagonisti di questa alleanza. Ad esempio anche i media potrebbero essere amici della famiglia, ma per farlo devono smetterla di perdere tempo a parlare di cose per inseguire l’audience, devono parlare dei problemi della persona e delle famiglie.

Oggi la TV segue l’audience e l’industria segue il PIL. E’ sbagliato! Devono essere indirizzati verso la società dell’uomo, della persona; allora potrà cambiare la prospettiva.

Nell’alleanza per la famiglia dovrebbe esserci anche la Finanza, ma qui non ho speranza. Perché il mondo della finanza è il più senza valori di tutti, non ha anima, è spietato, ed è in grado di condizionare la vita di tutti. Dobbiamo stare attenti!

Intervista raccolta da

Daniele Udali

Vice presidente Afi – Confederazione Italiana

26/11/2010 Responsive image

CONFERENZA NAZIONALE DELLA FAMIGLA 2010

Si è svolta a Milano nei giorni 8, 9 e 10 novembre 2010 la Conferenza Nazionale della Famiglia organizzata dal competente Dipartimento della Presidenza del Consiglio dei Ministri, unitamente all’Osservatorio Nazionale e al relativo Comitato Tecnico Scient

Condividi sui social