Denatalità e fiducia nel futuro
di Roberto Bolzonaro - Afi Monselice
ISTAT, 21 ottobre 2024: nascite e fecondità, non si arresta la discesa.
Il calo delle nascite prosegue anche nel 2024: in base ai dati provvisori relativi a gennaio-luglio le nascite sono 4.600 in meno rispetto allo stesso periodo del 2023.
Il numero medio di figli per donna scende: si attesta intorno a 1,20, in flessione sul 2022 (1,24) e la stima provvisoria elaborata sui primi 7 mesi del 2024 evidenzia una fecondità pari a 1,20.
E in altre parti dell'Europa e del mondo, come va?
(vedi grafico1 allegato)
Sceso nettamente il tasso di fertilità (OECD/OCSE) - Italia sotto la media.
Il tasso di fecondità totale è sceso da 3,3 figli per donna nel 1960 a soli 1,5 nel 2022 (media OCSE). Questo valore è nettamente inferiore al "tasso di sostituzione" di 2,1 figli per donna, necessario a mantenere stabile la popolazione in assenza di migrazioni.)
E in Germania?
(vedi grafico2 allegato)
Il Kindergeld è l'assegno famigliare per i figli e in Germania viene corrisposto indipendentemente dal reddito, ai genitori che vivono, lavorano e pagano le tasse in Germania.
Anche la Germania, nazione che molto spesso è citata come modello virtuoso in fatto di politiche familiari, sta attraversando una crisi della natalità abbastanza seria. Nel 2023 sono nati 46.000 bambini in meno rispetto a un anno prima, e il tasso di fecondità è sceso del 7%, a 1,35 figli per donna. Se si tiene conto che nel 2021 questo valore era a 1,58, la diminuzione della fecondità è stata del 15% in due anni.
Interessante, a tal proposito, quanto ha dichiarato in un'intervista Martin Bujard, dell'Istituto federale per la ricerca sulla popolazione, spiegando che molte coppie stanno rimandando la nascita di un figlio in attesa di migliori condizioni di stabilità generali e personali: «Le persone desiderano avere figli, ma prima vogliono che tutte le condizioni di base siano soddisfatte». I tedeschi temono il futuro e fanno meno figli.
La domanda che ci si può fare è: tornassero anche condizioni di stabilità e di sicurezza apprezzabili, cosa sarà rimasto del desiderio di figli?
E in Italia?
L'avvento dell'Assegno Unico (AU) in Italia, nel 2022, non ha inciso minimamente sul calo demografico, cosa che aveva invece fatto all'inizio l'assegno per i figli applicato in Germania.
Idem nel 2024: nonostante l'AU sia migliorato, la denatalità continua ad essere drammatica.
Con l'AU all'inizio ci rimettevano i redditi medi e bassi da lavoro dipendente e ci guadagnavano gli incapienti (privi di detrazioni fiscali dato il reddito estremamente basso) e i lavoratori autonomi (che non avevano gli assegni familiari). Dopo i miglioramenti apportati nel 2024, i redditi medi e bassi sono praticamente al pareggio rispetto a prima dell'avvento dell'AU, con un assegno circa uguale a detrazioni più assegni familiari per figli a carico. Studi e battaglie portate avanti dalla nostra associazione e dal Forum delle Associazioni familiari avevano più volte dimostrato l'iniquità delle detrazioni fiscali in vigore e dell'assegno per figli a carico. Ora con l'AU il risultato non cambia se non per incapienti ed autonomi, e non è poco, ma rimane comunque insufficiente anche per loro.
Ci facciamo delle domande:
Costituzione della Repubblica italiana
Art. 31. La Repubblica agevola con misure economiche e altre provvidenze la formazione della famiglia e l'adempimento dei compiti relativi.
Art. 53. Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva.
* Questi articoli della Costituzione italiana sono pienamente applicati sia a livello di Stato che di Regione e Comuni?
* L'Assegno Unico ha avuto dei significativi miglioramenti quest'anno, ma risponde completamente ai principi costituzionali sopra espressi?
* E' un problema da porsi per risolvere la crisi della natalità, o è un problema di giustizia sociale?
Queste domande valgono anche in presenza dell'Assegno Unico, in quanto in esso si sommano le due cose: detrazioni fiscali e assegni al nucleo familiare. Uno studio approfondito dell'Afi, recepito molto positivamente dalle forze sociali, sindacati, ed economiche, aveva trovato il metodo per una fiscalità equa: l'innalzamento della No Tax Area modulato con il Fattore Famiglia.
Questo risolveva appieno la questione fiscale, anche per incapienti e lavoratori autonomi, lasciando separato il sostegno tramite l'assegno al nucleo familiare. E' evidente che necessita un ulteriore sforzo, sia in termini fiscali che di sostegno.
E lo Stato che fa? Ora si sta parlando di introdurre una specie di Quoziente Familiare. Mi chiedo: sanno i nostri politici di che cosa stanno parlando? Il Quoziente Familiare alla Francese sarebbe difficilissimo da applicare tout court in Italia. Si studino il Fattore Famiglia, che tante soddisfazioni sta dando agli amministratori locali che lo applicano.
E le Regioni? Qualche timido approccio c'è stato in alcune regioni. Peccato sia timido, quindi poco significativo. Il Veneto, per esempio, ha inserito una sperimentazione dando un contributo per i figli di età 0-3 anni in base al Fattore Famiglia. Come se la famiglia con i figli di da 4 a 18 anni (e più) non sia oberata "dall'adempimento dei compiti relativi alla loro formazione ed educazione".
Per i servizi si sono attivati dei comuni virtuosi che, sull'esempio del Comune di Castelnuovo del Garda, hanno applicato il metodo del Fattore Famiglia comunale, con risultati eccellenti sia in termini di soddisfazione delle famiglie che di incremento della natalità. Dati alla mano.
Certamente per aumentare la natalità non è sufficiente la leva fiscale equa e gli assegni familiari (o AU adeguato), servono anche tante altre misure: dai servizi (a costo sostenibile) ad una adeguata politica per la casa, un deciso miglioramento retributivo nei congedi parentali, fino alla conciliazione dei tempi del lavoro con i tempi della famiglia.
L'applicazione di tutto questo fa cultura e quindi rende più tranquilla la famiglia di fronte ad un futuro ora troppo impegnativo ed incognito, tanto da rinviare di anno in anno la nascita del primo figlio.
Equità fiscale, sostegno economico: non ci siamo ancora. Gli articoli 31 e 53 della nostra Costituzione continuano ad essere disattesi!!
Non solo: Comuni e Regioni anche voi dovete fare la vostra parte!