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Eppure il vento soffia ancora

Quando la speranza non muore.

 di MariaRosa Brian - Afi Treviso

 

Te lo senti addosso, ma non lo vedi; ne odi il suono, ma non è sua la voce; ne noti il passaggio, ma non sono sue le impronte. Sto parlando del vento, che soprattutto in questa stagione lascia evidenti segni del suo passaggio: dissemina nei prati e nei boschi incantevoli foglie multicolori; colora giardini, viali e piazze laddove ancora c'è la fortuna di vedere alberi ingiallire e arrossire timidi agli ultimi raggi di un tiepido sole autunnale. Il vento è irriverente, libero, ribelle, il vento d'autunno si diverte a scompigliare e a mettere disordine nella logica di ordine e pulizia di certe massaie e giardinieri intenti a togliere di mezzo ogni singola foglia che lui, burlone, porta in giro.

Il vento soffia, con forza terribile (vedi i disastri della tempesta Vaia di due anni fa o i tornado che affliggono molte zone del pianeta), oppure sussurra dolcemente come brezza leggera.

Vorrei partire dal vento e dalle bellissime parole di una canzone/poesia di Pierangelo Bertoli "Eppure soffia" che continuano a cantarmi in testa in questi giorni, per parlare del creato, ma soprattutto di come la natura ci parla se ci fermiamo ad ascoltare.

"Eppure soffia", è un testo-denuncia, scritto quarantaquattro anni fa, nel 1976, ma tristemente attuale, contro un sistema economico incurante del problema ecologico.

La sete di potere e di denaro della razza umana non guarda in faccia nulla e imperterrito l'uomo prosegue la sua marcia verso un uso irresponsabile delle risorse umane. Fino a quando? Fino a quando madre terra riuscirà a "sopportare" il peso di questi figli dissoluti e irriverenti che siamo noi? Eppure il vento soffia ancora.

In questi mesi, ad aumentare l'ansia e l'incertezza di questa vita è arrivata anche questa nuova pandemia. Fino a quando? Come cambierà i nostri rapporti sociali? E le nostre abitudini? Eppure il vento soffia ancora.

Eppure il vento soffia ancora - ci ricorda il testo di questa canzone - spruzza l'acqua alle navi sulla prora e sussurra canzoni tra le foglie bacia i fiori, li bacia e non li coglie, come a dire che la speranza non muore. La natura prosegue il suo corso, il vento fa il suo cammino bizzarro e imprevedibile; nonostante tutto l'uomo e la natura trovano la forza di rimettersi in piedi. Lo so, potrei sembrare romantica e fatalista, qualcuno mi riporterebbe alla realtà - la sua realtà - del suo bicchiere mezzo vuoto. Eppure se la smettessimo di pensare che tutto ruota attorno a noi e che noi siamo il centro; se, rivestiti di umiltà, ritornassimo a essere figli e fratelli e a considerare madre la terra, forse riscopriremmo la Bellezza, quella che parte dal nostro animo bambino che è capace ancora di stupirsi per le piccole cose, capace di ascoltare un sussurro di vento o un turbinio di foglie.

 

"E l'acqua si riempie di schiuma, il cielo di fumi

La chimica lebbra distrugge la vita nei fiumi

Uccelli che volano a stento malati di morte

Il freddo interesse alla vita ha sbarrato le porte

Un'isola intera ha trovato nel mare una tomba

Il falso progresso ha voluto provare una bomba

Poi pioggia che toglie la sete alla terra che è viva

Invece le porta la morte perché è radioattiva

Eppure il vento soffia ancora

Spruzza l'acqua alle navi sulla prora

E sussurra canzoni tra le foglie

Bacia i fiori, li bacia e non li coglie

Un giorno il denaro ha scoperto la guerra mondiale

Ha dato il suo putrido segno all'istinto bestiale

Ha ucciso, bruciato, distrutto in un triste rosario

E tutta la terra si è avvolta di un nero sudario

E presto la chiave nascosta di nuovi segreti

Così copriranno di fango persino i pianeti

Vorranno inquinare le stelle, la guerra tra i soli

I crimini contro la vita li chiamano errori

Eppure il vento soffia ancora

Spruzza l'acqua alle navi sulla prora

E sussurra canzoni tra le foglie

Bacia i fiori, li bacia e non li coglie

Eppure sfiora le campagne

Accarezza sui fianchi le montagne

E scompiglia le donne fra i capelli

Corre a gara in volo con gli uccelli

Eppure il vento soffia ancora" (Pierangelo Bertoli)

 

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