Impressioni sulla Conferenza della Famiglia
Impressioni sulla Conferenza della Famiglia
La conferenza è stata un grande evento. Un momento di confronto che mancava da diverso tempo.
E' dai tempi di Bologna 1998 che non si accendevano i riflettori attorno alla famiglia in modo così vistoso. Bisogna quindi ringraziare il ministro Rosy Bindi non solo per avere organizzato tutto questo, ma anche per avere voluto puntare su quattro cose importanti:
- il coinvolgimento di tutto il governo;
- il collegamento con le politiche europee sulla famiglia;
- la ricerca di una alleanza per la famiglia tra tutte le forze politiche e sociali;
- l'ascolto del mondo civile.
Il tutto per passare dall'analisi e dalle proposte ad un vero e proprio "Piano Famiglia" che possa guidare l'azione politica e di governo per i prossimi anni di legislatura, ed oltre, in merito alle politiche familiari. Dopo il discorso del Presidente delle Repubblica (istituzionale), l'intervento introduttivo del ministro Bindi è risultato molto positivo e da apprezzare per la lucidità espositiva, per i contenuti (pur con qualche piccola riserva) e per la passione che comunque traspare.
Le intenzioni erano buone, l'approccio pure. Sono ora da valutare i risultati, se gli obiettivi sono stati raggiunti e se le prospettive sono nel verso giusto. Nei prossimi mesi (ed anni) valuteremo anche quanto, cosa e come verrà recepito realmente e trasformato in interventi legislativi e di governo. Per ora limitiamoci ad esaminare i quattro punti che dovevano essere il cardine di tutta la conferenza.
Il coinvolgimento di tutto il governo.
Bisogna dire che c'è stato. Magari qualcuno poteva aspettarsi di più, ma la presenza di tanti ministri e politici credo non si sia mai vista, ad un incontro sulla famiglia. Le istituzioni c'erano tutte, dal Presidente della Repubblica, al Primo ministro, dal Governo al Parlamento. Mancava, volontariamente, qualche ministro. Poca cosa, si può dire. Speriamo però questa poca cosa non risulti alla lunga come un granello di sabbia sugli ingranaggi. Nel complesso direi comunque bene, nonostante alcune "scivolate" a gamba tesa del Ministro Pollastrini e di Giuliano Amato sui DiCo.
Il collegamento con le politiche europee sulla famiglia.
Deludente. Forse mi aspettavo un contributo maggiore da parte dei convenuti da Francia, Germania, Repubblica Ceca, Ungheria, Regno Unito, ecc. Si è rimasti molto sul generico, senza un adeguato approfondimento, magari anche a solo livello documentale (non sono stati prodotti documenti, magari di sintesi, sulle diverse politiche familiari dei paesi europei).
Non è grave, intendiamoci, è stata un'occasione che poteva essere sfruttata meglio.
Si è parlato molto di congedi parentali e della loro applicazione nelle diverse realtà europee. La sintesi finale, prodotta dal conduttore, ha invece parlato di sussidi per i figli presenti in tutti i paesi europei. Sarà anche vero, ma nessuno dei convenuti ne aveva però accennato. Più che di sintesi si è trattato di un'ulteriore informazione, ma di sintesi neanche l'ombra.
Ripeto, è stata un'opportunità di approfondimento che è mancata.
La ricerca di una alleanza per la famiglia tra tutte le forze politiche e sociali.
Si è svolta in due momenti distinti. Il pomeriggio tra le varie forze sociali, nel dopocena con i vari partiti politici. Le forze sociali erano presenti con una associazione familiare (il Forum delle Associazioni Familiari), quattro organizzazioni sindacali, sei rappresentanze del mondo imprenditoriale e produttivo (industria, artigianato, commercio, cooperative, coltivatori), tre comuni, tre regioni e una decina di ministri.
In mezzo a cotante rappresentanze, la famiglia (rappresentata dall'associazionismo familiare) era praticamente soffocata. Infatti le hanno dato dieci minuti all'inizio e poi più nulla. Tenendo conto che il conduttore è partito subito con la provocazione ("il Forum ha organizzato il Family day al quale hanno partecipato alcune famiglie"), i pochi minuti a disposizione sono stati "bevuti" tra i brusii ed i chiarimenti del caso. E' stato in pratica l'unico intervento in sala congressi lasciato al Forum. Gli altri interventi sono stati, per la maggior parte, autoreferenziali e limitati al proprio orticello, salvo alcuni casi, due o tre in tutto, più attinenti al tema.
Ed i ministri? Padoa Schioppa ha detto che i soldi conviene utilizzarli per ridurre il debito (tra gli applausi, non si sa perché), solo così arriveranno successivamente risorse per la famiglia. Pollastrini non ha perso l'occasione per rilanciare la polemica sui DiCo (senza possibilità di replica per nessuno), Visco ha riaffermato che il quoziente familiare, QF, favorisce solo i redditi alti. Domanda: ma chi l'ha proposto il QF? Solo le Acli ed alcuni deputati. Il Forum e l'Afi hanno altre posizioni. A chi si rivolgeva quindi Visco se i presenti alla tavola rotonda non hanno voluto, o potuto, dire nulla in merito?
Morale. Nell'intero primo pomeriggio di Conferenza della Famiglia è mancata una cosa: la famiglia. Hanno parlato tutti, avremo preferito che politici, sindacati e imprenditori per una volta si fossero fermati ad ascoltare la famiglia.
Altra (grossa) occasione persa.
Ah, e l'Alleanza? Non se ne è parlato.
Alla sera del giorno dopo, l'alleanza trasversale è stata cercata tra i partiti. Pedrizzi (AN), Burani (FI) e Luisa Santolini (UDC), solo per citare i più significativi, hanno plaudito allo sforzo di Rosy Bindi, condividendone nella sostanza il discorso fatto all'apertura della Conferenza, e promettendo di sostenere le iniziative per la famiglia in Parlamento. Sarà vero o prevarranno le logiche di schieramento? Staremo a vedere.
L'ascolto del mondo civile.
I gruppi di lavoro. Il venerdì si è lavorato, molto, con dieci gruppi di lavoro (Diritti, intercultura, generazioni, lavoro, educazione, economia fisco e tariffe, welfare, accoglienza, fragilità, violenza) e 24 sottogruppi.
Molte discussioni, anche animate. Il lavoro è stato sintetizzato dai "rapporteur" il giorno dopo.
Plausi a Vecchiato (welfare), Miotto (lavoro) , Crepaz (intercultura) e qualche altro. Delusione per De Vincenti (Fisco e tariffe) ed altri. Gli uni perché hanno ben sintetizzato quanto emerso nel lavoro di gruppo, gli altri perché non hanno rapportato nulla se non le proprie idee (tanto che il loro rapporto poteva benissimo essere scritto una settimana prima).
Diciamo che l'ascolto c'è stato, ma a macchia di leopardo tra i diversi gruppi. Ho fatto un reclamo diretto al capogabinetto del Ministero alla Famiglia per il comportamento di De Vincenti, scorretto nel gruppo di lavoro e infedele nella sintesi.
Le Associazioni
Hanno avuto spazio praticamente inesistente in Conferenza. C'è stato modo di esserci e di esprimersi nei gruppi di lavoro, però il contributo apportato non è stato inserito in alcune relazioni finali molto importanti, soprattutto sui temi forti: fisco e tariffe.
Nei discorsi di inizio e fine Conferenza, il ruolo delle associazioni non è stato menzionato se non che queste faranno parte di futuri tavoli di lavoro. Positivo, ma pochino. Evidentemente paghiamo il successo del Family Day.
Conclusioni
Con Prodi che parla solo di assistenzialismo e che dichiara che le tariffe sono un problema marginale, lasciamo la Conferenza senza capire se sarà la linea del Presidente del Consiglio (moderata, come gli ultimi 30 anni e più sul fronte famiglia, con i risultati che conosciamo), di Rosy Bindi (più coraggiosa, determinata e con idee precise e positive) o di Pollastrini & C (l'importante sono i DiCO) ad emergere nel prossimo futuro. Non staremo a vedere. Continueremo comunque segnalare, a pungolare, a lottare perché alla famiglia venga riconosciuto il proprio ruolo di risorsa per la società e vengano avviate quelle politiche familiari spesso proclamate, ma mai attuate.
Monselice, 29 Maggio 2007
Roberto Bolzonaro
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