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La mia vita sospesa ai tempi del corona virus

Di colpo mi sono ritrovata dentro la mia casa, ho seguito un ritmo sconosciuto, ma gradevole, apprezzando i miei luoghi. Non c'è voluto molto a calarmi nelle sembianze di mia madre e di una mia zia vissuta sempre con noi. Si, mi sono immersa in quelle giornate che mai avrei pensato di rivivere. Io piccola che imparavo a cucire, ricamare, lavorare ai ferri per i corredini dei piccoli che sarebbero nati.

Così mi sono ritrovata a poter contemplare anche la mia opera, un pinocchio a punto croce che mai sarebbe esistito per me se non avessi trascorso questo tempo sospeso lontano dagli appuntamenti, dalle riunioni, dalle visite di cortesia, dai centri commerciali. Un pinocchio nel corredino del mio nipotino che a luglio vedrà la luce. La luce di un mondo sospeso del quale dobbiamo ancora imparare a raccontare.

Nel trascorrere del tempo ho provato a tornare indietro a quando mio padre e mia madre mi raccontavano i loro anni '20 e così io li racconterò ai miei nipotini. A Sara che già ha 5 anni e che per la prima volta ha indossato la sua mascherina per venire dalla nonna e a Paolo che ancora deve vedere la luce e gli diremo che lui non può ricordare.

Allora cosa racconteremo fra qualche anno? Questi mesi trascorsi tra le mura di casa affacciati nel mondo con le notizie date in TV e con gli unici contatti svolti attraverso le video chiamate. Questi benedetti cellulari, quanto bene... Vedere, grazie a loro, il ballo della mia piccolina che le maestre della scuola materna le avevano insegnato attraverso lo smartphone, i lavoretti per imparare la b e la p... E l'altro piccolino che si faceva notare attraverso la pancia della sua mamma che cresceva via via, rigorosamente nel cellulare.

Che dire, forse se il tra tran della vita fosse continuato come sempre non avrei visto così spesso tutte le performance della mia piccolina, né mi sarei tuffata nel creare cosette per il piccolino che arriverà.

Si, è stato un tempo sospeso, di attesa e ancora sono incapace a vedere ciò che sarà. Pensavo intanto a come sarebbe stato l'incontro con Sara, avrei dovuto stare lontana un metro, mettere la mascherina...

Non ho avuto il tempo, mi scuso con tutto il mondo, anche io ho commesso un errore: aprendo la porta Sara mi è saltata in braccio riempiendomi di baci con la dolcezza e il profumo che solo i piccoli hanno e io non ho potuto fare altro che stringerla in un forte abbraccio. Beh è stato il momento più bello del tempo sospeso. E' stato un ritorno alla realtà.

Conce Florio - Afi Augusta

 

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