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Perché l’Afi è contraria al DDL Cirinnà sulle unioni civili tra persone dello stesso sesso

Sul Disegno di Legge n. 14 “Regolamentazione delle unioni civili tra persone dello stesso sesso e disciplina delle convivenze” chiamato altresì DDL Cirinnà, dal nome della relatrice, almeno due sono gli aspetti che non sono condivisibili:

  •     L’equiparazione delle unioni civili, tra persone dello stesso sesso, al matrimonio
  •     La possibilità di adozione da parte di persone dello stesso sesso nel caso in cui il minore sia figlio, anche adottivo, dell'altro coniuge


L’Afi è in sintonia con il Forum delle Associazioni familiari ed esprime parere decisamente contrario a quanto si vuole approvare in Parlamento.

Riconosce la possibilità di legiferare sulle unioni civili, ma sulla questione delle adozioni ritiene necessaria una maggiore attenzione nell’interesse primario del minore e chiede l’eliminazione dei rimandi al «diritto matrimoniale».

Sollecita che venga valorizzata e promossa, in modo netto e deciso, la famiglia fondata sul matrimonio e intesa come unione stabile, fedele e aperta alla vita tra un uomo e una donna.

Ribadisce, con le parole di Papa Francesco, che 'non può esserci confusione tra la famiglia voluta da Dio e ogni altro tipo di unione'.


No al muro contro muro, sì al dialogo.

Visto e considerato che il Forum delle Associazioni familiari aveva chiarito i concetti su espressi fin dalla prima stesura del DDL Cirinnà e che le modifiche via via apportate al testo non hanno mai cambiato la sostanza dei suoi contenuti, non si può dire nel modo più assoluto che si sia rifiutato il dialogo. Molte e molte sono state le riunioni con i parlamentari per giungere ad un testo accettabile, ma la politica non ha recepito le nostre istanze ed infatti il testo arrivato per l’approvazione al Senato presenta ancora questi due aspetti non accettabili: l’equiparazione, di fatto, delle unioni civili tra omosessuali al matrimonio e la cosiddetta “step child adoption” che apre, spalanca, praterie alle pratiche più assurde di procreazione “impossibile” a coppie che per natura  non possono avere figli. Pratiche aberranti di uteri in affitto sono diffusissime infatti in paesi dove questo tipo di adozione è stato permesso.

 
Perché l’Afi aderisce al family day del 30 gennaio 2016.

Visto che il dialogo, a lungo sostenuto e provato, è fallito, non rimane che fare direttamente pressione sui parlamentari affinché apportino le sostanziali e necessarie modifiche al testo del DDL Cirinnà. A questo punto non può che esserci il movimento del popolo, delle famiglie, ad alzare la protesta e la pressione necessaria.

Non muro contro muro, quindi, ma forte richiesta di ascolto delle istanze delle famiglie su questi temi così delicati ed altresì importanti.


Afi - Associazione delle famiglie - Confederazione italiana

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