afi

La Dottrina Sociale della Chiesa (DSC)

La speranza per una "Società Umana".

di Maurizio Bernardi - Afi Verona


Fuori dal tempo, ma proiettata nel futuro

Pronunciare oggi pubblicamente parole quali dottrina e chiesa per parlarne positivamente è autentico autolesionismo, e subito, nel migliore dei casi, si verrebbe etichettati come conservatori ancorati ad un passato che non esiste più.

Se poi si esagera e si cita una "enciclica sociale", ben che vada, ti prendi del "cattolico bigotto" che crede ancora alle fole dei preti.

In realtà la Chiesa, da oltre cent'anni non si è mai staccata dal tempo nel quale l'umanità si trova a vivere ed ha portato i migliori contributi sulle questioni della vita sociale.

Si pensi in particolare al contributo di Papa Giovanni Paolo II e delle sue tre grandi Encicliche - Laborem exercens, Sollecitudo rei socialis e Centesimus annus - con le quali ha sancito alcune tappe fondamentali del pensiero cattolico sull'argomento.

Per la società di oggi, incatenata alle leggi di un mercato globalizzato, alla cultura del successo e dell'apparenza, e all'individualismo esasperato, è ovvia conseguenza che la DSC sia vista come non appartenente a questo tempo.

In realtà la DSC è fuori dal tempo, ma nel senso che non appartiene ad un tempo specifico perché è basata su principi che derivano dalla legge naturale e quindi sono immutabili. Inoltre la DSC è fortemente legata alla società e ai suoi cambiamenti, perché proprio da essa prende gli spunti e legge i segni necessari ad una visione organica di insieme che consenta di trovare soluzioni ai mutevoli problemi ed incidere nelle complesse situazioni di oggi.

 

Tutti siamo chiamati

La DSC, grazie alle sue fonti e mediante i suoi principi, mette in relazione diretta l'uomo e la società e lo fa alla luce degli insegnamenti evangelici.

É in questo quadro che la donna e l'uomo sono chiamati all'impegno in ogni aspetto della vita compresi gli ambiti del lavoro, nel sociale, in quello economico e nella politica.

Oggi risulta evidente il bisogno di affrontare il complesso fenomeno della globalizzazione e quello della gestione ecologica del nostro pianeta. Anche l'evoluzione tecnologica, che ci mette a disposizione straordinarie opportunità, introduce spesso nuove forme di precarietà e di sfruttamento e dovrà essere regolata sulla base di valori "umani" e non meramente economici. Allo stesso modo la società di oggi riesce paradossalmente ad incrementare la propria ricchezza e a far aumentare i nuovi poveri.

Per tutto questo e per gli ambiti di cui si occupa, la DSC non è indirizzata ai soli cattolici, anzi, è di e per tutti, e cioè per tutte le donne e tutti gli uomini di buona volontà, credenti e non!

 

Una grande sfida che ci riguarda

Noi Afi, fin dalla nascita della nostra associazione, abbiamo attinto dalla DSC direttamente e indirettamente basando il nostro impegno culturale e sociale su buona parte dei principi che la caratterizzano.

Ci stiamo però rendendo conto di correre il rischio di farci snaturare dalla società attuale che riesce a condizionare tutto e tutti e che svilisce ogni giorno di più i principi della DSC.

Non è certamente facile restare immuni da logiche efficientiste e di breve termine di cui la nostra società è intrisa, ed è complicato mantenersi al di sopra delle pastoie che le burocrazie nazionale e regionali impongono.

Un'altra non trascurabile difficoltà deriva dal nostro doppio impegno derivante dal nostro dover essere presenti sui grandi temi nazionali e sovranazionali e, contemporaneamente immersi nell'operatività di livello locale: nel nostro comune, nel mondo della scuola, nelle reti di mutuo aiuto, nel volontariato, in parrocchia.

 

È scontato quindi che coniugare il nostro impegno quotidiano di lavoro familiare e lavorativo con quello volontaristico all'interno dell'Afi non avrebbe molto senso se non partissimo dal rispondere alle domande fondamentali che la nostra natura umana ci pone.

Queste domande possono trovare risposte di spessore con il supporto e l'accompagnamento dei principi della DSC insieme alla nostra esperienza d'amore della nostra Famiglia.

Come all'interno della nostra Famiglia dobbiamo impegnarci a vivere e coltivare ogni giorno il nostro amore coniugale e genitoriale, per rendere l'Afi sempre più capace di promuovere e realizzare buone politiche familiari, dobbiamo impegnarci a mantenere vive le nostre radici e le ragioni che ci hanno spinto ad essere protagonisti della vita culturale, sociale e politica della nostra società.

 

Condividi sui social